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IN ESPOSIZIONE
Daniele Re
Daniele Re (Lecco, 1991) si interessa da tempo alla cultura visuale. Durante gli studi superiori, si avvicina all'arte, alla letteratura e alla fotografia. Nel 2012 si diploma all’Istituto Italiano di Fotografia di Milano. Prosegue il suo percorso di studi all’Università di Bergamo dove, con il prof. Elio Grazioli, si laurea in Lettere con una tesi triennale dedicata al fotografo lecchese Giuseppe Pessina (1879-1973) e successivamente in Culture moderne comparate con una tesi magistrale incentrata sui rapporti tra arte e fotografia, dedicata a Luigi Erba. Durante gli anni universitari collabora con il Si.M.U.L. (Sistema Museale Urbano Lecchese) per lo studio, la conservazione e la valorizzazione del Fondo Fotografico Pessina, da cui nasce il primo lavoro di tesi. Inoltre ha svolto attività di curatela per le mostre temporanee dello stesso fondo (“Giuseppe Pessina. L'Esposizione Internazionale di Milano del 1906” del 2015 e “Materiali per la memoria. Le fotografie di Giuseppe Pessina” del 2016) e di altri allestimenti permanenti (“Please touch me. Ad occhi chiusi nel museo #1” del 2017) e temporanei (“Nel segno della montagna” del 2019 e “Il fiume Adda. Di immagine in immagine, tra tempo e luce” del 2020-21).
Dal 2010, come supporto della sua ricerca dedicata allo scorrere del tempo e alle stratificazioni visive, usa la fotografia analogica realizzata principalmente con il foro stenopeico. Le serie “Sfidiamo il tempo” (2012-2018), “Il fiume Adda” (2017-2021), “Sovrapposizioni” (2021) partono da una ripresa su tradizionale pellicola fotosensibile; i negativi ottenuti sono scansionati e lavorati nella camera chiara del pc; infine le fotografie sono stampate a getto di inchiostro su carta cotone. Gli ultimi sviluppi di questa ricerca sono stati esposti nella mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia impossibile” (2022) all’Eremo di Monte Barro come sintesi finale della sua indagine. Con la serie “Affacci sul lago”, esposta nella mostra “Riflessi tra pittura e fotografia” (2022) realizzata assieme al pittore Donato Frisia, presenta fotografie dall’approccio più narrativo.
Dal 2010, come supporto della sua ricerca dedicata allo scorrere del tempo e alle stratificazioni visive, usa la fotografia analogica realizzata principalmente con il foro stenopeico. Le serie “Sfidiamo il tempo” (2012-2018), “Il fiume Adda” (2017-2021), “Sovrapposizioni” (2021) partono da una ripresa su tradizionale pellicola fotosensibile; i negativi ottenuti sono scansionati e lavorati nella camera chiara del pc; infine le fotografie sono stampate a getto di inchiostro su carta cotone. Gli ultimi sviluppi di questa ricerca sono stati esposti nella mostra “Stratificazioni. Fotografie per un’iconografia impossibile” (2022) all’Eremo di Monte Barro come sintesi finale della sua indagine. Con la serie “Affacci sul lago”, esposta nella mostra “Riflessi tra pittura e fotografia” (2022) realizzata assieme al pittore Donato Frisia, presenta fotografie dall’approccio più narrativo.